Il lungo applauso dei ristoratori. E i carabinieri si tolgono i caschi


Un piccolo gesto ma dal significato profondo quello compiuto ieri dai carabinieri in presidio davanti a Montecitorio.

I militari dell’Arma, infatti, nel corso della manifestazione hanno deciso di togliersi i caschi. Le motivazioni del gesto non sono del tutto chiare. C’è chi lo considera come un segno di solidarietà nei confronti dei tantissimi ristoratori arrivati da ogni angolo d’Italia per manifestare contro le chiusure serali e le altre restrizioni anti-Covid che stanno colpendo duramente il settore. Non è da escludere, invece, un ringraziamento alla piazza per gli applausi in ricordo del militare Vittorio Iacovacci ucciso ieri mattina in Congo.

L’appuntamento in piazza, seppur caratterizzato da alcuni momenti di tensione, si è svolto in modo sostanzialmente pacifico. “Dove sono i nostri ristori?” ed “Esistiamo” sono alcuni degli slogan gridati da ristoratori, titolari di bar e guide turistiche che non riescono più a far fronte alle spese per i continui stop and go dovuti alle misure per contenere la diffusione del coronavirus. I manifestanti vogliono riaprire subito. E non solo a pranzo:”Se a mezzogiorno siamo idonei a rispettare e far rispettare le regole, perché non ci permettono di farlo anche alla sera?”, si chiedono in molti.

Un ristoratore bolognese ha spiegato: “Ci hanno chiuso a marzo, aprile e maggio del 2020, e sa cosa hanno fatto? Ci hanno mandato la bolletta del ‘rusco’ anche per quei mesi lì”. “Ci facessero aprire la sera così potremmo avere un po’ di ossigeno”, ha continuato il manifestante che ha affermato come siano necessari i controlli per vigilare sugli assembramenti: “Non serve a nulla chiuderci! Io ho foto di strade, a Bologna, piene di ragazzotti che si ubriacano con delle birracce di m… che vanno a rastrellare chissà dove”.

 

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