Europei, lo spirito inglese e quella sconfitta che ha (quasi) il sapore di una vittoria
Alle lacrime dei tifosi si mischia anche la consapevolezza di uscire a testa alta: perché gli inglesi storicamente sono i più capaci di trasformare la sconfitta in una vittoria
È una sconfitta amara ma che ha quasi un sapore di vittoria, quella degli inglesi: perché alle lacrime si mischia l’orgoglio per una squadra che ha saputo catturare l’immaginazione di una nazione intera e ne ha sollevato lo spirito nell’ora più buia.
«Non è il momento di puntare il dito contro nessuno», ha ammonito l’ex asso della nazionale, Gary Lineker, che commentava la partita per la Bbc. E l’allenatore Gareth Southgate si è assunto tutta la responsabilità del risultato: «Sono io che ho scelto i ragazzi che hanno tirato i rigori - ha rivendicato – nessuno è da solo in quella situazione». E la sua immagine mentre abbraccia Bukayo Saka, il giovane di 19 anni che ha sbagliato l’ultimo tiro, è già diventata un simbolo: «Non è stato lui, o Marcus o Jardon», cioè gli altri che hanno fallito.
Ma sui social media gli odiatori di professione hanno fatto sentire la loro voce: ed è partito un torrente di insulti razzisti all’indirizzo dei giocatori di colore che hanno provocato la sconfitta. «Questa squadra merita di essere lodata come eroi – ha reagito stamattina su Twitter Boris Johnson – non di essere abusata razzialmente sui social media. I responsabili di questi spaventosi abusi dovrebbero vergognarsi di se stessi». E sulla stessa linea s'è mosso Southgate: «Il fatto che alcuni dei giocatori siano stati bersagliati da insulti razzisti è imperdonabile», ha detto. «Siamo stati importanti, credo, nel far sentire le persone unite, nel mostrare dove possiamo arrivare quando il nostro Paese resta unito, e mette insieme energie e ottimismo. Quei messaggi sono il contrario di ciò per cui lottiamo».
Perché il team inglese rappresenta proprio il contrario dell’odio e della divisione: una compagine multietnica che in queste settimane ha unito un Paese che era stato diviso dalla Brexit - al di là delle differenze di classe, di razza o di credo. Calciatori umili, per i quali il collettivo viene prima delle esibizioni individuali, capaci di ispirare un’intera nazione e risollevarla dopo le prove terribili inferte dalla pandemia: l’Inghilterra in queste settimane è stata come trasfigurata, ha trovato un senso dello stare insieme che era già emerso nei mesi più bui della lotta al Covid, quando il Paese usciva la sera sulle soglie di casa per applaudire gli eroi del servizio sanitario nazionale.
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